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“La fotografia è la proiezione di un’idea”, affermava
Tiziano Terzani… Concordo in parte. La fotografia non deve essere programmata,
ossia lo scatto, quell’attimo che fai clic. Non sarà mai il risultato di un
progetto. Quel attimo è la somma di occhio, cuore ed emozione. Cerco un punto
di contatto, una fusione, uno scambio di energie.
La macchina fotografica è uno strumento semplice, anche il
più stupido può usarla, la sfida consiste nel creare attraverso di essa quella
combinazione tra verità e bellezza chiamata arte. E’ una ricerca soprattutto
spirituale. Cerco verità e bellezza nella trasparenza d’una foglia d’autunno,
nella forma perfetta di una chiocciola sulla spiaggia, nella curva d’una
schiena femminile, nella consistenza d’un vecchio tronco d’albero e anche in
altre sfuggenti forme della realtà. /
Isabel Allende,
Ritratto in seppia, 2001
Considerando che la felicità è un attimo che fugge, una
condizione momentanea, sarebbe stupendo poterla afferrare o fermare
semplicemente. L’unico modo che conosco oltre al ricordo, ma questo non è
palpabile ed è completamente personale e si esaurisce con noi… non è
affidabile, perché la nostra mente lo cambia , lo plasma a suo piacimento. A
parte questo, fortunatamente esiste la macchina fotografica, che molte volte viene
dimenticata in un angolo di un armadio. Con questa “scatola magica”, soffiate
via la polvere e cercate di fermare il tempo, un sorriso, un’emozione,
un’esperienza, un ricordo, una vita… diamo in quel attimo un sapore di
eternità. Cercate il più bello, tentate di fermare un attimo di gioia che
altrimenti sarebbe destinato a scomparire. Detto questo, mi risulta alquanto facile
ed allo stesso tempo impossibile parlare di fotografia. Essa ha un’innata
valenza magica, di non detto, di mistero… di enfatico. Un momento unico, dove
le forme, le trasparenze, le ombre, la luce, i sentimenti e le scansioni del
tempo si fondono in un puro gioco, dando forma a qualcosa di unico e
personale,nel senso che ogni spettatore la leggerà, la sentirà in modo
personalizzato, che muterà ogni secondo dipendendo dal loro singolo stato
d’animo.
Per me, che mi considero più che una fotografa, la testimone
di un attimo che fugge, vivo una frenesia tale che cerco di catturare i secondi
in modo da fermarli tutti, rubarli tutti, ogni millesimo di secondo è
un’espressione differente, un intera esperienza, visto che la mente del
soggetto fotografato non si ferma, anzi è mutevole e con questa corrisponde un
‘espressione diversa …una persona diversa ed io desidero catturarle tutte, impossessarmi
di tutte dando un linguaggio ad ogni singolo pensiero… offrendo una sorta di
eternità a questi scatti. Ogni volta che faccio clic fondo il mio occhio col
cuore, la mente. E’ un rapporto fisico e mentale che mi dona una profonda gratificazione,
non razionale… Perché in quel momento, la realtà viene filtrata dal mio stato
d’animo ed il risultato può essere opinabile , può piacere o può essere anche
criticato… ma l’importante è fermare… bloccare quel attimo che altrimenti
sarebbe sprecato… L'importante
quindi, è fermare il tempo che svanisce... e lo faccio con la mia mano, col mio
occhio, col mio cuore, che si fondono con la mia macchina fotografica ed il mio
terzo occhio, l’obbiettivo, che altro non è che un prolungamento del mio ...
Come dice Susan Sontag ,”fotografare significa appropriarsi della cosa
che si fotografa. Significa stabilire con il mondo una relazione particolare
che dà una sensazione di conoscenza, e quindi di potere”.
E’ così che disegno con la luce.... cerco i suoi tratti, la sua
intensità, il flusso giusto del colore, il suo calore... il tutto per donare
una voce personale, emozione all'immagine... una vita... uno sguardo che
probabilmente, quasi sicuramente vivrà per l'eternità... questo cerco...
cerco... cerco...continuamente.
Adriana Soares
Adriana Soares
Francesco Baccini e Giuseppe Zeno by ph. Adriana Soares
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