lunedì 1 luglio 2013

Alcune Persone si conoscono...altre si ritrovano... Le affinità elettive

Alcune persone si conoscono altre si ritrovano… che cosa è che fa scaturire certe sensazioni… certi legami.

L'argomento che vi propongo di affrontare ha a che fare con uno degli aspetti fondamentali dell'esistenza: il valore e il senso degli incontri della vita, quegli incontri che scandiscono la nostra esistenza.
Esseri umani che intersecano e intessono la loro vita alla nostra, che ci promuovono oppure ci osteggiano, o hanno un atteggiamento di indifferenza... comunque sempre incontri che ci portano delle occasioni nuove per agire, per pensare.
Se ognuno di noi guardasse alla propria biografia, se ripercorresse a ritroso gli anni della propria vita, potrebbe ben dire che alcuni incontri sono stati fondamentali, sono stati dei veri e propri eventi.

Un incontro può cambiare la vita, a volte, così come può cambiarla un colpo di fortuna, una malattia, un trasferimento, che so, in Brasile.
La nostra cultura ufficiale, nel suo modo di affrontare le cose guardandole da un punto di vista essenzialmente esteriore, dà agli incontri della vita una valenza, tutto sommato, casuale. A cominciare dal luogo di nascita e dalla famiglia. Per la maggior parte dei nostri contemporanei la nascita di ognuno di noi è il risultato di quel giorno in cui i nostri genitori ebbero un trasporto l'un l'altro così forte che noi fummo concepiti. Dopodiché tutti gli altri incontri della vita sono il frutto di una serie di connessioni causa-effetto, causa-effetto, causa effetto... tutte accidentali, occasionali... ma secondo me nulla succede per caso NIENTE!!!!!!!

Alcune persone si conoscono altre si ritrovano…

Adriana Soares

giovedì 23 maggio 2013

Concept: “Una Giornata Speciale...” di Adriana Soares su gp magazine


Oltre alla mia rubrica: "Parla con Me... ”

             Troverete anche un bellissimo spazio dedicato alla moda, ossia al “sogno”, intitolato:

 "Una Giornata Speciale..."



Dove la ragazza o il ragazzo della porta accanto possono partecipare. Saranno i protagonisti per un mese come una modella, un modello vero.
Indosseranno splendidi abiti o gioielli...

Sono contenta di aver pensato insieme a Gp Magazine a questa iniziativa, perchè il sogno di partecipare ad un vero shooting fotografico di moda con stilisti bravissimi e la fantastica make up artist, Nuala Oliveira,  la direttrice artistica, Francesca de Natale Sifola Galiani può finalmente realizzarsi. 

Mandatemi, quindi, le vostre foto e le vostre misure, con altezza, misura seno, vita, fianchi... e numero di telefono,  il tutto alla mia mail privata: 

adrianasoaresph@gmail.com



Vi aspetto numerose... non c'è un limite di tempo, visto che ogni mese lo dedicheremo ad un volto.


In collaborazione col free press mensile,

Gp Magazine
 www.gpmagazine.it

Iscrivetevi sul gruppo di FB, così vi terrò aggiornati:

https://www.facebook.com/groups/adrianasoaresgpmagazine/














giovedì 16 maggio 2013

Il Battesimo

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Se il significato puramente cattolico del battesimo è quello di fare entrare il nuovo nato nella comunità dei credenti attraverso la purificazione dal peccato del concepimento (aprendogli così la strada alla vita eterna), è sempre più diffuso anche tra i laici l’accettazione di tale rito per festeggiare la nascita del tanto amato erede.

Va infatti ricordato che, contrariamente al matrimonio, non vi è alcun rito laico che ufficializzi una nascita e spesso il battesimo ha una valenza anche laica di benvenuto alla vita.

Visto che il bimbo lo ha fatto la mamma sarà lei a decidere la data del battesimo. La buona regola è che partecipino i due genitori. La madrina ed il padrino dovrano  essere avvertiti con largo anticipo sulla loro scelta. Si preferiranno nonni, bisnonni, zie, zii d’America o cugina zitella del papà, nota per la sua dedizione per la famiglia. Ricordatevi, che i padrini hanno un ruolo importante nel rituale del battesimo e dovrebbero dare affidamento per una buona influenza morale sul bambino.
I padrini sono tenuti a fare un regalo al loro "figlioccio". I doni tradizionali sono la catenina d'oro con medaglietta, sulla quale si incide il nome e la data di nascita del neonato, oppure piccoli oggetti come il bicchierino e le posatine d'argento. Per le femminucce si possono donare anche dei piccoli gioielli o la classica spilla d'oro ferma bavaglino.

E’ assolutamente fuori luogo portare in dono fiori e piante il giorno del battesimo, difficilmente gestibili dovendo stare furi casa per diverse ore.
Lo stesso dicasi per regali impegnativi come passeggini e fasciatoi che, eventualmente, si faranno pervenire alla famiglia con qualche giorno di anticipo.

Poiché il numero degli invitati e conseguentemente degli inviti è molto limitato, si consigliano i classici biglietti scritti a mano, su preziose carte naturali che rispecchino i dettami della più assoluta sobrietà. Al massimo una nota di colore che alluda al sesso del bambino, dovranno essere spediti 20 gg. 1 mese prima del battesimo e seguiti, ad una settimana dall’evento, da una telefonata di conferma.

La formula potrebbe essere:






Per i laici ad oltranza, la formula di partecipazione può essere sostituita con “…festeggiano con parenti e amici la nascita di….”, tanto per sottolineare la propria idea in merito e l’adesione ai principi sopra indicati. Se si vuole invece citare la cerimonia “battesimo” è meglio non usare la parola “festeggiare”; che risulterebbe troppo frivola e poco appropriata.

Per le coppie non sposate basteranno i nomi senza i cognomi. Data l’intimità con gli invitati, essi capiranno subito di chi si tratta.


Seguirà la cerimonia un ricevimento grande o piccolo in base alle possibilità dei genitori.  

Ricordatevi, però che il battesimo non è una cerimonia mondana ed in tal senso non è di buon gusto avere molti invitati da ricevere con sfarzo.

Al battesimo, oltre a mamma, papà, padrino e madrina, saranno presenti i nonni, i fratelli dei genitori (zii di primo grado del bambino) con i loro figli e coloro che davvero sono vicini alla coppia ed al piccolo (amici del cuore o parenti che davvero si frequentano).

Si tratta in genere di non più di 20/25 persone che, dopo la cerimonia, potranno essere ricevute a casa o a ristorante.

L’abbigliamento richiesto per gli invitati è sicuramente sobrio, ma comunque non lugubre: completo intero con giacca e cravatta per i signori e tailleur o vestito per le signore.


Da evitare eccessive parure di gioielli, trucco pesante, scollature o minigonne vertiginose, sarebbe inoltre raccomandato evitare nero e viola, colori simbolo di lutto, anche se ormai sono utilizzati con grande frequenza come simbolo di eleganza.

La mamma sarà perfettamente curata e potrà farsi vedere di nuovo in forma, curerà il trucco e la pettinatura e vestirà elegantemente ma non da sera, evitando comunque tacchi troppo alti, anche perchè avrà in braccio il piccolo per molto tempo.
Il papà indosserà un completo grigio/blu con camicia chiara e cravatta di gusto.

Per il festeggiato il discorso è diverso: se una volta si usavano pizzi e trini mentre adesso si attenziona più la comodità; indosserà in tal senso abiti carini ma soprattutto morbidi ed adatti alla stagione. E’ bene, infatto, considerare che il piccolo, per quel giorno, dovrà essere agevolmente cambiato anche nella toilette di un ristorante, dovrà fare la poppata in un ambiente estraneo e dovrà sentirsi a suo agio per molte ore. Da non dimenticare è il baby borsone, con l’occorrente per pappa e vari cambi, che, però non dovrà essere portato in chiesa, ma dovrà comunque essere sempre a portata di mano subito dopo.

Va ricordato che non si deve baciare il piccino: ciascuno si limiterà a fargli un complimento e un augurio.

Al pranzo come al ricevimento non devono mancare i confetti, possibilmente rosa se la battezzata è una bimba, celesti se è un maschio. Volendo si può regalare agli amici più stretti la classica bomboniera, che rimarrà per ricordo seguito da un cartoncino col nome del bambino e la data del battesimo.

E’ possibile anche sostituire l’oggetto che accompagna i confetti con una donazione a favore di un ente benefico che si occupa di bambini.

E’ molto nobile che un momento di gioia come il battesimo rappresenti la possibilità di aiutare altri bambini meno fortunati.

domenica 27 gennaio 2013

Bio Adriana Soares

Un Pò di me...






"Vorrei iniziare parlando un pò di me,dato che questo è il Mio Spazio, della mia sensibiltà come persona e fotografa, forse è esagerato affermare che sia un’artista ma io mi considero tale, con le sue insicurezze, le sue inquietudini, le sue fragilità, a volte anche arrogante, permalosa ed estremamente presuntuosa. Pare strana ed inusuale la mia natura, ma non è così. Beh… questa è allacciata alla mia vita, al mio passato o forse è innato... c’è chi nasce, introverso, malinconico, furbetto, compagnone, geniale… io sono nata, non so come definirmi, ma preferivo stare da sola, disegnare, scrivere; strano, chi avrebbe mai detto che avrei fatto dei lavori che richiedono un comportamento opposto, prima la modella gira mondo ed a seguire la fotografa!

Detto questo: la radice di questa sensibilità, non ve la posso trovare, forse perché ho perso papà prematuramente, non lo so, ma c’è un ricordo importante, intenso e bellissimo, che tuttora mi rifugio quando c’è caos.
La cosa che mi piaceva di più da bambina, a seguire poi da  adolescente e successivamente da donna era, chiudere gli occhi, scollegarmi ogni volta che ero malinconica ed affacciarmi  dalla mia finestra, sentire il vento che vibrava gli alberi, spesso in fiore, mi inchiodavo lì a lungo, per la disperazione di mia madre, a sentire la brezza profumata sul mio viso e sui capelli, quel profumo, ogni tanto lo risento… è un po’ come tornare a casa! E lì fantasticavo mondi, futuro, cose semplici e straordinarie che solo una bimba ragazza poteva immaginare. In un certo senso sono rimasta quella lì, fortunatamente la vita con i suoi crudeli colpi a volte meritati a volte gratuiti, che però ti fanno maturare, non mi hanno del tutto cambiata. Certo, questo non vuol dire che sono una Peter Pan, no, questo no. Sono rimasta, quella bimba sognatrice e speranzosa che si arrampicava su un albero per rifugiarsi dal mondo e sentire il rumore del vento sulle foglie e creare qualcosa…

Ciò che faccio oggi è un po’ rifugiarsi su quell’albero, a casa mia, dove solo io posso raggiungere e nascondermi, dietro ad un soggetto, un colore, una forma, dietro la luce, dietro  l’ombra… esprimendo, però, innanzi tutto e soprattutto sensazioni, emozioni… Me".


Le foto sono una fonte di sensazioni e lo sguardo deve colpire lo spettatore prima di tutto ciò che lo circonda.

Nasce a Rio de Janeiro, professionista nel campo della moda da 15 anni. Dopo anni di osservazione ed elaborazione dell'arte di grandi Couturier, come Gianfranco Ferrè, Krizia, Alviero Martini, Raffaella Curiel, testimonial per Tombolini, Di Modena Gioielli.... è nato il desiderio di creare uno stile unico e personale. Studia la tecnica di ripresa fotografica all' Istituto Superiore di Fotografia di Roma dove perfeziona, inoltre, lo strumento di postproduzione fotografica col fotoritocco.

"La fotografia mi ha sempre affascinata, è una forma d'arte molto attuale ed espressiva. La fotografia è strumentale alla mia enfasi creativa, è l'evoluzione più logica dal mio passato lavoro.La fotografia mi permette di esprimere emozioni. Amo la bellezza, cerco tramite le mie foto di colpire lo sguardo tramite la fusione di giochi di colore, di luce, di contrasti, di forme. Il mio soggetto non deve apparire mai banale, deve essere comunicante sia con lo sguardo sia con il corpo, ma mai volgare!
Quando facevo la Modella, era divertente interpretare un ruolo che cambiava dal prodotto che dovevo rappresentare, essere una brava Modella è un pò come essere un' Atrice, dovevo immedesimarmi col prodotto da pubblicizzare, ero una lieson tra di esso e le spettatore.
Cercavo di capire ciò che voleva il Fotografo da me, ora è l'opposto ma più faticoso! Ci sono tanti aspetti che prima ignoravo: da quelli tecnici, a quello del rapporto col cliente, con la / il modello, con lo staff, che devo farli conciliare armonicamente per la riuscita del lavoro altrimenti non farei bene ciò che faccio.
Quindi, amo molto il mio lavoro di fotografa, lo  faccio con passione, questo è ciò che ho scelto.
Il lavoro di modella l'ho fatto con serietà, impegno e con la stessa passione di ora, ma è passato il momento, ci è stata un'evoluzione! Non guardo mai indietro, anche se fare la Modella, è stata un'esperienza   preziosa ed indispensabile per la  riuscita come fotografa di moda.
Ho rubato con gli occhi dai grandi couturiers come Gianfranco Ferrè, sono stata testimone della creazione di un abito, anzi dalla sua nascita, li trattava come sue creature! E con lo stesso rispetto tratto le mie foto, i miei soggetti...."


Qualcosa che Ho Fatto:

Workshop:
Fashion... The essence of the look.'
2008 Massa Marittima ha ospitato la XVI edizione del ToscanaFotoFestival sotto la direzione di Franco Fontana.
Presente con altri importanti nome della fotografia.
'Fashion... L'essenza dell''apparire' - Adriana Soares
14,15,16,17,18,19 luglio 2008
'Fashion… l'essenza dell'apparire.'
La fotografia vista da me e' una ricerca continua e' un po' uno studio dell'animo umano… anche se lo inserisco in un contesto immaginario o fantastico…
Si impara la tecnica e la si interpreta, come una combinazione numerica, pero', non casuale ma personale ed unica…
Il workshop terminera' sabato mattina con un incontro presso il Palazzo Dell'Abbondanza dove con esperti della Epson si parlera' di stampa.(vedi dettagli nel workshop 'Tecniche di stampa di immagini digitali a colori e in B/N')
Rassegna Stampa:
http://www.corriere.it/cultura/08_luglio_18/toscana_foto_festival_897d1c48-54d4-11dd-92de-00144f02aabc.shtml
MOSTRE:

Tokyo, Giappone:
b-Maniac (Strecht Couture)
Attorno alla gigantesca Mori Tower di Roppongi Hills e alla sua strana statua-ragno, si snodano una serie di passaggi, scale, piazze, locali e centri commerciali, ed e' all'interno del West Walk di questo complesso che troviamo il Citrus Notes, nella cui vetrina spiccano i modelli, rigorosamente neri, appartenenti alla collezione b-Maniac di Stretch Couture. Il Tutto incorniciato dalle Graffianti immagini della giovane fotografa Adriana Soares, Brasiliana di nascita ed Italiana d’adozione.
Si tratta del Black Dahlia Event, un temporary shop, al quale partecipano anche i due stilisti Augusto Vespasiani e Laura Nesi, i creatori della collezione, a Tokyo.




Parla con Me...

anche su www.gpmagazine.it

Vi invito ad interagire con Me.

Ci può essere un limite alle nostre Azioni?

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Secondo voi, cari amici esiste un limite alle nostre azioni? e se esistesse, quele sarebbe il vostro? Cosa delimita le nostre azioni? I nostri pensieri? Il Bene ed il Male possono essere considerati davvero oggettivi? Oppure esiste un bene che và al di sopra di tutto, che funge da limite universale? Tante brutte azioni, come il tradimento, ma non solo il classico, che ci viene in mente, verso un fidanzato/a o marito o moglie, ma il peggiore, quello degli affetti più cari, di un padre, di una madre, di un fratello, di una sorella e di un amico o di un'amica... come potete giustificare una cattiva azione in buona? Come la famosa bugia bianca. Davanti a quale causa finale riuscite a perdonare una brutta azione anche davanti a voi stessi? Ma è proprio vero che ad ogni causa, qualunque mezzo è accettato? E' giusto che davanti ad una necessità impellente si possa agire in modo scorretto? Riuscireste a calpestare la vostra dignità per necessità? Per i figli sareste in grado e capaci di tradire, calpestare il prossimo? E' giusto che davanti alla disperazione personale si possa fare cose che normalmente uno si vergognerebbe? Ditemi cosa ne pensate, soprattutto in questo momento in cui la crisi economica rosicchia non solo i portafogli e la tranquillità economica e forse soprattutto annienta la morale ed i così detti principi etici e la dignità propria e altrui...
Adriana Soares


venerdì 25 gennaio 2013

Un Semplice Sorriso ...

Mi sono alzata oggi in modo diverso, sarà perché è il penultimo giorno dell’anno o perché è una giornata luminosissima… oppure perché ho dormito pesantemente, finalmente… da tempo non succedeva… che meraviglia… mi sono svegliata con un’idea stramba… quando ti senti bene, ti illudi che potresti anche, che ne so di cambiare il mondo… che ridere… che scema. Ma è simpatico avere certi pensieri infantili, no? Quando si è piccoli, basta un capello di carta ed una gruccia per farti sembrare un cavaliere e la scopa come un forte destriero… vi giuro, non ho fumato nulla… ma oggi vorrei regalare un sorriso… non posso fare altro… ci proverò almeno. Insomma, a chi non è mai capitato di camminare per strada, magari sovra pensiero e sembrare scollegati o tristi…. Magari lo sei veramente, la quotidianità è pesante ed a volte ti dimentichi di sorridere… di regalare un diamante alla tua anima. Il sorriso ti apre il cuore e ti riempie di energia… Quindi, quante volte non vi sarà capitato che qualcuno di sconosciuto, una vecchietta, un bimbo… ti regali un sorriso senza pretendere nulla in cambio… ti regala qualcosa di puro e di prezioso… ed in quel momento non vi è sembrato che qualcosa sia cambiato dentro di voi? Un attimo… un bellissimo regalo… che vi fa cambiare un po’ la giornata… una virgola che ti rende una frase più comprensibile… un cuore sopra la “i”, magari erano angeli che ti fanno pensare ad altro, anche se durerà poco quel attimo, sarà comunque bello, non vi pare? Oggi dunque, mi sono vestita carina e non di nero e sono uscita  sotto la luce del Sole regalando sorrisi anche se alcuni hanno pensato che mi ero bevuta il cervello… non è importante… bello essere ricambiati… e le espressioni di sorpresa… stupendo… mi sono sentita come se avessi avuto un capello di carta ed una gruccia come spada… per un po’ mi sono sentita una bambina di 5 anni che regalava un sorriso…
Un sorriso anche a voi

Adriana Soares

Disegno con la Luce... da Gp Magazine

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“La fotografia è la proiezione di un’idea”, affermava Tiziano Terzani… Concordo in parte. La fotografia non deve essere programmata, ossia lo scatto, quell’attimo che fai clic. Non sarà mai il risultato di un progetto. Quel attimo è la somma di occhio, cuore ed emozione. Cerco un punto di contatto, una fusione, uno scambio di energie.
La macchina fotografica è uno strumento semplice, anche il più stupido può usarla, la sfida consiste nel creare attraverso di essa quella combinazione tra verità e bellezza chiamata arte. E’ una ricerca soprattutto spirituale. Cerco verità e bellezza nella trasparenza d’una foglia d’autunno, nella forma perfetta di una chiocciola sulla spiaggia, nella curva d’una schiena femminile, nella consistenza d’un vecchio tronco d’albero e anche in altre sfuggenti forme della realtà. / Isabel Allende, Ritratto in seppia, 2001

Considerando che la felicità è un attimo che fugge, una condizione momentanea, sarebbe stupendo poterla afferrare o fermare semplicemente. L’unico modo che conosco oltre al ricordo, ma questo non è palpabile ed è completamente personale e si esaurisce con noi… non è affidabile, perché la nostra mente lo cambia , lo plasma a suo piacimento. A parte questo, fortunatamente esiste la macchina fotografica, che molte volte viene dimenticata in un angolo di un armadio. Con questa “scatola magica”, soffiate via la polvere e cercate di fermare il tempo, un sorriso, un’emozione, un’esperienza, un ricordo, una vita… diamo in quel attimo un sapore di eternità. Cercate il più bello, tentate di fermare un attimo di gioia che altrimenti sarebbe destinato a scomparire. Detto questo, mi risulta alquanto facile ed allo stesso tempo impossibile parlare di fotografia. Essa ha un’innata valenza magica, di non detto, di mistero… di enfatico. Un momento unico, dove le forme, le trasparenze, le ombre, la luce, i sentimenti e le scansioni del tempo si fondono in un puro gioco, dando forma a qualcosa di unico e personale,nel senso che ogni spettatore la leggerà, la sentirà in modo personalizzato, che muterà ogni secondo dipendendo dal loro singolo stato d’animo.

Per me, che mi considero più che una fotografa, la testimone di un attimo che fugge, vivo una frenesia tale che cerco di catturare i secondi in modo da fermarli tutti, rubarli tutti, ogni millesimo di secondo è un’espressione differente, un intera esperienza, visto che la mente del soggetto fotografato non si ferma, anzi è mutevole e con questa corrisponde un ‘espressione diversa …una persona diversa ed io desidero catturarle tutte, impossessarmi di tutte dando un linguaggio ad ogni singolo pensiero… offrendo una sorta di eternità a questi scatti. Ogni volta che faccio clic fondo il mio occhio col cuore, la mente. E’ un rapporto fisico e mentale che mi dona una profonda gratificazione, non razionale… Perché in quel momento, la realtà viene filtrata dal mio stato d’animo ed il risultato può essere opinabile , può piacere o può essere anche criticato… ma l’importante è fermare… bloccare quel attimo che altrimenti sarebbe sprecato… L'importante quindi, è fermare il tempo che svanisce... e lo faccio con la mia mano, col mio occhio, col mio cuore, che si fondono con la mia macchina fotografica ed il mio terzo occhio, l’obbiettivo, che altro non è che un prolungamento del mio ...

Come dice Susan Sontag ,”fotografare significa appropriarsi della cosa che si fotografa. Significa stabilire con il mondo una relazione particolare che dà una sensazione di conoscenza, e quindi di potere”.


E’ così che disegno con la luce.... cerco i suoi tratti, la sua intensità, il flusso giusto del colore, il suo calore... il tutto per donare una voce personale, emozione all'immagine... una vita... uno sguardo che probabilmente, quasi sicuramente vivrà per l'eternità... questo cerco... cerco... cerco...continuamente.

Adriana Soares



Francesco Baccini e Giuseppe Zeno by ph. Adriana Soares

Le Nostre Paure... pubblicato su Gp Magazine

A volte capita che qualcuno ci derida perchè non comprende il perchè di un nostro timore apparentemente senza fondamento o sciocco... ma la ragione si blocca innanzi all'irrazionale...come se essa si trovasse davanti ad una potente muraglia che ci esorta di non proseguire ...come se nascondesse dietro qualcosa di tremendamente distruttivo...
ho il terrore dell'altezza... del vuoto… non riesco proprio a controllare l'irrazionale... mi ricordo a San Giminiano ... abbiamo deciso di visitare la torre più alta o così mi sembrava... aiuto! All'interno ho trovato una scala a chiocciola che saliva in modo a mio avviso normale… ma poi... solo al pensiero inizio a sudare freddo e mi gira la testa... ad un certo punto mi sono accorta di aver fatto qualcosa di irreparabile o quasi... le scale erano in ferro battuto e si slanciavano in modo perfetto verso l'alto... verso l'infinito... ai miei occhi si presentavano minacciose... ma una volta intrapresa la salita non ci era permesso di tornare indietro... ho cercato di razionalizzare... poi ho cercato di proseguire senza guardar giù... alla fine nel terrore quasi assoluto ho anche pensato di fingere di slogarmi una caviglia così mi sarebbero venuti a prelevare e portarmi giù senza proseguire oltre... ma era una soluzione un pò troppo vistosa e mi vergognavo ancor più al pensiero di essere presa in braccio ed accudita per un finto incidente... nella mia testa in quel momento sentivo un groviglio di pensieri confusi che si agitavano nervosamente ed in quel momento le orecchie non smettevano di torturami con un fischio continuo... ed il sudore freddo scendeva dalla fronte... non capivo quale fosse il divertimento... perchè tutta quella gente scalpitavano come degli stambecchi verso il punto più ripido della montagna come niente fosse... e strillavano come ragazzini impazziti... e lì in quello spazio esiguo le loro voci era a dir poco centuplicate... alla fine pian piano mi trascinai verso l'alto... illudendomi di farcela... ed al penultimo piano mi sono bloccata, ho tirato fuori la macchina fotografica come fosse un salvagente... il mio tesoro... e innanzi alle 2 grosse finestre ho iniziato a scattare il paesaggio... ma dapprima non vedevo cosa stessi fotografando... cercavo di tranquillizzarmi... ci sono anche riuscita... ma poi ho realizzato dove stesse in quel momento e senza pensare mi sono precipitata controcorrente verso l'uscita... la discesa era stata molto più tranquilla anche se gli altri che salivano mi guardavano stranamente...
Poi all’uscita… il sollievo!

Quali sono le vostre paure?

Non c'è nulla che valga di più la pena di desiderare...

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Non c'è nulla che valga di più la pena di desiderare: 

 Di vita, me ne basta una, ma  deve essere piena. La voglio buona come il pane, che mangio anche duro perchè a meno non ne posso  fare. La voglio piena, ma anche vuota lì, in attesa di essere riempita. La voglio ad aspettarmi tutte le mattine e voglio la mia compagnia speciale della mia Banda sempre accanto nelle nostre avventure, la vita è un lungo romanzo avventuroso.Voglio un cielo sereno e ogni tanto qualche acquazzone, così l'aria si pulisce e nasce qualcosa di  nuovo, magari di positivo. Certo se la positività non si presenta, allora bisogna aver pazienza e prendere insegnamento da ciò che ci ha fatto male, che tanto prima o poi l'arcobaleno torna e ci riempie l'anima di gioiso colore facendo spazio all'ottimismo.


LA DIGNITà...

Un argomento che alla prima vista potrebbe sembrare banale, scontato o un noioso clichè, ma pensandoci bene non lo è affatto. ....
La DIGNITà, uno dei massimi Valori tramandati dai nostri nonni e genitori... Essa è cambiata negli anni? Secondo Voi il nostro metro per misurare la propria dignità è uguale per tutti... oppure questo cambia da persona a persona o da situazione a situazione? O ancora, nel mondo in cui viviamo, dove il più forte calpesta regolarmente la dignità dell'altro( sempre esistito in effetti) e questo ultimo a volte non bada all'umiliazione subita... perchè tanto il fine giustifica i mezzi... qui è all'incontrario. A volte guardandomi intorno mi accorgo che per molti questo valore sia non più un Bene Assoluto Proprio ma un qualcosa di aggiunto ...
 
Discutiamo.........

Sull'anoressia ( Articolo uscito su Gp Magazine 2012)

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Mi è capitato di rivedere un’immagine di Oliviero Toscani, l’immagine di Isabelle Caro, una ragazza “anoressica”, che purtroppo non è riuscita a vincere contro questa malattia terribile. Mi ha scioccata allora e mi continua a colpire oggi come un pugno allo stomaco.

L'immagine di Oliviero Toscani, irrompe, sconvolge e strazia l'anima e ci obbliga a pensare…Ho fatto la modella per quasi 20 anni, e da qualche anno lavoro come fotografa fashion; vi assicuro che di queste situazioni ne ho viste molte, ragazze che sono finite in ospedale pesando 40 kg per 180 cm, sapete, la pressione è tanta ed il problema è complesso. Non è solo colpa dei canoni di bellezza attuali, che ci propongono la Moda e i Mass Media mostrandoci di tutto e senza porsi il problema delle reazioni che causano in animi fragili creando radici molto profonde in terreni fertili. 

Questo problema non si può risolvere dall'oggi al domani. Ogni volta dicono: “adesso sono tornate le curve”, e poi mostrano la sfilata per taglie forti. Sinceramente mi viene il dubbio, se sono in mala fede o c'è solo ignoranza tra i cosiddetti giornalisti che si occupano di moda… Dicevo, l'anoressia è un problema complesso, ha radici profonde personali ed uniche, ossia, varia da soggetto a soggetto; a volte nasce a causa di un rapporto innaturale, malato nell'ambito familiare oppure è causato da un malessere interiore... Non possiamo permettere di giudicare queste persone. Purtroppo, c'è tanta ignoranza, anche io ci sono passata, ma fortunatamente ne sono uscita! Quando lo svelo, mi guardano male quasi con aria severa, non mi sembra giusto, ora mi viene da sorridere innanzi a certe reazioni, ma chi sta dentro al problema, ha una reazione ben diversa! In conclusione, non solo la moda è responsabile di questo enorme problema, ma in questo momento è il capro espiatorio. Intendiamoci, non la sto assolvendo…
 
L'unica cosa che posso dire è che esorto famiglie a vegliare sui figli, essere il loro faro, ma non in modo pesante, asfissiante, ma con garbo, rispetto e discrezione, in punta di piedi, con AMORE... cercare di risolvere il problema, attivamente consultando uno specialista e non nascondendo il problema colpevolizzandosi... Bisogna far emergere la vita, la passione per essa, dando un senso alla sua giornata, a piccoli passi, illuminarla, dare una speranza, un'aspettativa!!! La famiglia assieme agli amici devono formare una catena morbida e rassicurante e fungere da guida, cercare assieme un percorso, che sarà duro, difficile, tortuoso, a volte impenetrabile, pieno di spine e dolore, ma l'amore per sé, se c'è, anche se oscurato, occultato in qualche angolo di questa fragile creatura, riemergerà con forza... 

Si dicono tante belle parole, ma poi si fà poco o niente. L'anoressia è una malattia terribile che và oltre al desiderio di essere magra, è l'annientamento di sè, attraverso la ricerca disperata inconscia della morte!!!!!!!!! Non è solo la ricerca di una taglia in meno, quello si chiama in un altro modo: "Pulchero Patia"( bellezza dolorosa in greco). Non bisogna mai smettere di parlare, e denunciare!!!!!!!!!!!!
Molte ragazze mi dicono che bisogna essere filiformi per essere belle… poi le guardo e mi fanno tenerezza perché filiformi lo sono già e continuano nel loro discorso farneticante che devono dimagrire di altre 4 o 5 kg. Rimango senza parole perché non è semplice convincerle del contrario. 

“Sorridete alla vostra immagine in armonia con la vita. Allora il bello vi sorriderà in ogni cosa”.